Eccoci arrivati al secondo appuntamento con la rubrica ‘Nove mesi + 1’. Oggi, come avrete letto dal titolo, si parla di quel magico e terrificante momento, in cui ancora storditi dalla gioia, dalla stanchezza e dalla paura, ritornate a casa con in braccio il vostro piccolo.
Questa volta ho deciso di far parlare un’altra blogger, al posto mio, perché per quanto io possa dire, incoraggiare, consigliare, niente è come l’esperienza diretta di una mamma. Farò altri articoli su questo tema, ma sono veramente contenta di iniziare con questo, perché la psicologia non si deve mai slegare dalla vita reale, perché deve seguirla e cambiare con lei. Ecco perché vi propongo l’articolo scritto da Elena, mamma, psicologa, scrittrice e creatrice del sito ‘Yummy Mom’. L’articolo originale lo potete trovare qui.
Per tutte le mamme e per tutti i papà. Per sentirvi capiti e rassicurati. Per sapere che non siete soli, che non siete gli unici.
Vi lascio in ottime mani.
Buona lettura.
Il rientro a casa dopo il parto.
Il rientro a casa dopo il parto è un momento molto particolare. I miei rientri, dopo la nascita di Thiago e Leon, sono stati completamente diversi.
Con Thiago ero sconvolta.
Sconvolta dal dolore post operatorio del cesareo, sconvolta dal fatto che i neonati piangessero così tanto e dormissero così poco, sconvolta perché non riuscivo più nemmeno a pettinarmi.
Approcciarmi al mondo neonato è stato come incontrare un alieno.
Uscita dall’ospedale, solo sistemare l’ovetto in auto e chiudere il passeggino mi sembravano un’impresa eccezionale. Ma il bello doveva ancora venire.
Arrivata a casa ho diviso i compiti: il papà che aveva più confidenza con i piselli era l’addetto al cambio pannolino, alla medicazione del cordone e al bagnetto.
Noi non avevamo fatto nessun corso preparto e avevamo deciso di non farci aiutare da nessuno (illusi!). In realtà non sapevamo niente e dovevamo imparare tutto, anche banalmente chiudere un pannolino correttamente per evitare di ritrovarci il figlio fradicio dalla testa ai piedi.
Ricordo sere passate a capire come spegnere quell’allarme antincendio – un pianto inconsolabile – che si innescava senza preavviso e noi non sapevamo cosa fare o cosa pensare.
Spesso consultavamo Google senza alcun tipo di illuminazione. Per non parlare di tutti i consigli non richiesti che ci confondevano solo le idee e i figli degli altri che non piangevano mai e dormivano tutta la notte (e io che mi chiedevo, dove sbaglio?).
Con Leon è stato tutto diverso.
Ho avuto un parto naturale, bellissimo. Senza nemmeno un punto grazie ad un’ostetrica (e a un po’ di fortuna) che mi aveva seguito durante la gravidanza e durante il parto.
Martin dopo il parto se n’era andato e io avevo davanti un’estate da sola, con due figli. Così ho chiamato per qualche giorno una puericultrice, per farmi aiutare.
Avere una persona con cui confrontarsi (e ascoltare solo lei) è stato molto utile: qualche trucco per un corretto attacco al seno, per tamponare le coliche e per impostare una routine quotidiana.
Un consiglio che do alle neo mamme è di farsi aiutare (tutt’ora quando viene qualche amica a trovarmi le rifilo i bambini e vado a farmi una doccia!)
La vostra serenità sarà la serenità dei vostri figli.
Credits: foto titolo, foto copertina
Piaciuto?
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