Questo è uno di quei libri per i quali si sente un po’ di nostalgia una volta terminato. Alla fine ci si abitua all’idea che girata la pagina, Enrico (l’autore) ci racconterà un’altra storia portandoci, seppur brevemente, nella vita di qualche altro ragazzo o bambino da lui incontrati.

E’ sorprendente la delicatezza dell’autore nel trattare tematiche anche molto forti e la sua spontaneità, che aiuta a rendere la lettura scorrevole e che ci accompagna anche dopo aver letto la storia di Filippo/Basto, di Giulio e delle sue barzellette, dell’amicizia tra Stefano e Ricky e della crudeltà che perseguita Sabry. E i libri che fanno riflettere e lo fanno regalandoti, comunque, un sorriso, io li trovo affascinanti e non possono che trovare posto tra le recensioni di questo blog, la cui mission è proprio quella di dare spunti di riflessione. Difficile, se non impossibile, trovare sul web un commento di “Cattivi bambini“, ma se volete il mio parere, questo è un libro pieno di buone riflessioni, di semplicità e di umorismo. Una fotografia scattata nel 2010 di ragazzi alla soglia dell’adolescenza e di altri alla soglia della vita adulta. E ci tengo a precisare l’anno perché una delle cose che mi ha davvero sconvolta è pensare a quanto sia cambiato il mondo in soli cinque anni, quando l’idea che abbiamo comunemente ora di ‘cellulare‘ era considerata assurda e quando si parlava di Emule, di Msn, e della Wii come ultimissima innovazione in fatto di console per videogiochi. E mentre questo dimostra come il mondo tutto attorno si sia così velocemente rivoluzionato, quasi stride l’attualità delle situazioni descritte. Ne è un esempio il capitolo sui genitori e lo sport (‘Il fair play di Mattia’): una descrizione puntuale, ironica ma anche un po’ cinica, di ciò che è possibile ritrovare sugli spalti di una partita di calcio tra ragazzi, in una domenica mattina. O il disagio di Ely (‘Ely va a piedi’) rispetto alla sua forma fisica, una ragazzina che potremmo vedere andare a scuola a piedi in una qualsiasi mattina della settimana. Che essa sia dell’anno 2010 o 2015 è del tutto indifferente.

Insomma, un libro che consiglio, che diverte ma che guida, con esempi e riflessioni azzeccate, in un mondo dove al centro troviamo dei ‘bambini’ e intorno gli adulti che li chiamano ‘cattivi’.

Per avere più consapevolezza di quello che succede nel mondo dei ragazzi di ieri e di oggi.

Loro [i bambini] sono ancora in un’età in cui fanno quello che vedono fare dai grandi. Che cosa ci hanno visto fare, per essere diventati così cattivi?”

 

Piaciuto?

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