“Litigano spesso e quando pensano che io sto dormendo litigano anche di più. Ma io sento tutto. Non capisco quello che dicono, ma sento papà e mamma urlare e poi il silenzio.
Qualche volta la mamma viene nel mio letto e si addormenta accanto a me. E io sono felice perché mi piace il suo odore e mi sento sicuro quando mi abbraccia. Ma lei piange tutto il tempo e io non so cosa fare. Papà dice che non devo farla arrabbiare altrimenti lei piange subito, ma non mi ricordo cosa ho fatto di sbagliato: sono andato a scuola, ho fatto i compiti e l’ho addirittura aiutata a mettere le cose in tavola per mangiare. Sì, forse si è arrabbiata perché la maestra le ha detto che non gioco mai con gli altri bambini e che sono diventato più silenzioso, ma il fatto è che io preferisco così. Mi piace giocare, ma certe volte mi vengono in mente dei pensieri e mi imbambolo e i miei compagni mi prendono in giro.
L’altra volta papà ha detto che se ne sarebbe andato di casa e ha sbattuto forte la porta. Io stavo guardando la televisione nell’altra stanza e anche se ho alzato il volume l’ho sentito lo stesso. Non voglio che papà se ne va via. Mi piace quando andiamo insieme a prendere il gelato in piazza e mi fa l’occhiolino quando mi fa assaggiare il suo, al gusto di caffè. Anche la mamma dice che se ne va di casa, perché è stanca, ma lo dice spesso: quando litiga con papà, quando non voglio alzarmi dal letto alla mattina, quando faccio i capricci e quando parla al telefono con le sue amiche. Piange e dice che prima o poi andrà via. Allora tutte le sere prima di dormire, quando la mamma mi mette a letto, voglio sempre che controlli che la porta sia chiusa a chiave, così sento girare le chiavi nella toppa se se ne va e io la posso fermare.
Oggi la nonna mi ha detto che i miei genitori hanno bisogno di stare un po’ da soli e per questo starò tutta la sera da lei. Chissà se stanno pensando a me in questo momento, chissà se gli manco? Mi piace stare dalla nonna perché mi fa sempre gli spaghetti con le polpette, che come lei non le fa buone nessuno. Però è un po’ sorda e le devo ripetere le cose molte volte. E non ci sono i miei giochi. Vorrei tornare a casa, ma non voglio far litigare ancora mamma e papà. Oggi ho fatto un disegno a scuola e la maestra mi ha detto che era molto bello, anche se dice che sembra che abbiamo tutti e tre il rossetto. Ho disegnato il mio papà che va al lavoro e io e la mamma che lo salutiamo. Quando torno a casa glielo faccio vedere così mi dice che sono bravo e forse si ricorda di sorridere. Non lo vedo più sorridere. Neanche la mamma. E’ per quello che ho fatto le bocche così grandi. Ho una foto dei miei genitori quando io non ero ancora nato, e sorridono. Ho pensato a quello quando ho fatto il disegno.”
Nel mio lavoro vedo spesso bambini di genitori in conflitto, di coppie in crisi o separate. Questi sono dei pensieri che mi hanno riportato alcuni di essi mentre parlavo con loro e indagavo rispetto alla situazione famigliare. Ed è anche per questo che ad ogni genitore che mi dice che i suoi figli non sanno nulla della separazione, che non sentono i litigi, che non si stanno accorgendo di niente, io dico loro di stare molto attenti, perché i bambini sanno, non comprendono, ma sanno. Anche se non sono presenti, anche se stanno dormendo,… ma sanno. E la maggior parte delle volte pensano di essere colpevoli, di aver fatto qualche cosa di male, e tentano di rimediare, si prendono sulle loro fragili spalle, il gravoso compito di far smettere di litigare i loro genitori. Li controllano, li scrutano, fanno finta di nulla ma in realtà stanno molto attenti alle loro reazioni, alle loro parole.
Questo non lo dico per far sentire in colpa i genitori, ma per invitarli a parlare con i loro bambini, spiegare loro, con i dovuti modi, cosa stia succedendo. Liberarli dal peso della responsabilità e della colpa. Li invito a essere ‘Papà’ e ‘Mamma’ anche se sono arrabbiati l’uno con l’altro. Un Papà e una Mamma possono essere tristi, arrabbiati, malinconici, e possono anche dirlo al bambino che li vede piangere. Ma una Mamma e un Papà rassicurano il bambino dicendo che passerà, che sì, ora sono affranti, ma poi torneranno a sorridere, e che il bambino non c’entra niente. Dicono che qualche volta i grandi litigano, e possono anche urlare, ma che vogliono bene al bambino e per lui ci saranno sempre, anche se andranno ad abitare in case diverse. Dicono che sapranno risolvere la situazione, in un modo o nell’altro, perché sono adulti e gli adulti sanno cosa fare, anche se forse ci metteranno un po’ per capirlo.
Se siete genitori in conflitto, mi raccomando, non pensate che i vostri figli non ne patiscano e, per quanto potete, parlate con loro, senza adultizzarli, ma per rassicurarli e per liberarli da ogni senso di colpa. So che avete i vostri problemi, che state vivendo un periodo difficile, stressante, che non sapete cosa fare, che non vorreste mettere in mezzo i bambini ma che senza accorgervi lo fate, che siete talmente delusi, arrabbiati che non riuscite più a ragionare con lucidità. Ma siete pur sempre dei genitori. Siete voi gli adulti. Se voi avete paura e state soffrendo, pur capendo e avendo tutti gli strumenti per far fronte alla situazione, immaginatevi cosa possono provare i vostri figli che sono spaesati e non sanno cosa stia succedendo. Se volete aiutarli ma se non sapete come fare, se in questo momento non riuscite a pensare anche a loro perché i vostri problemi sono soverchianti, rivolgetevi a un esperto: uno psicologo, un pedagogista,…qualcuno che sappia consigliarvi. E’ importante!
Ricordate sempre: due persone possono separarsi, anzi, a volte è necessario che lo facciano, ma non smetteranno mai di essere genitori.
Buona fortuna.
Credits: Foto font
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